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domenica 27 aprile 2014

Il lupo e i suoi segreti.



.........un intero branco inizia ad ululare

Il racconto di una nostra carissima amica,la  Dott.ssa Viviana Viviani che alcuni anni fà si è ritrovata nel bel mezzo di un branco di lupi.
E’ tiepida e luminosa questa giornata di autunno. Sono in un incantevole ritaglio di Toscana. Qui ci sono i lupi. Dicono ci sia un branco. A sentire chi tutti i giorni passa di qui, non è possibile non incontrarli almeno una volta, andando a lavoro.
Sono qui per questo. Anche io voglio avere questa fortuna.
Un gentile signore mi accompagna nel cuore della Riserva. I resti di una imponente rocca medievale sovrastano i boschi della valle intorno. Guardo dal finestrino con attenzione bramosa, sperando di scorgere con la coda dell’occhio qualche “cane” che scappi dal bosco. L’auto si ferma. Posso proseguire da sola a piedi.
Uno schiocco per aprire lo sportello ed ecco che un “cane scuro” si alza dal prato e fugge nel folto del bosco. Un istante ed è già tutto finito. Il mio incontro col lupo si è esaurito in una apparizione di un secondo. Corro, come ad inseguire con le mani un fulmine, verso il punto dove l’animale era scappato ma ormai, l’attimo è passato.
Saluto il mio cortese accompagnatore e mi avvio lungo il sentiero.
So di aver assistito a qualcosa di speciale ma so anche che manca ancora qualcosa. Passano i minuti e poi, non resisto. Una roccia spiovente sui boschi della valle mi richiama e cedo. Decido di ululare. Magari il lupo di pochi minuti prima è sempre nelle vicinanze e decide di farsi ancora vivo, in qualche modo. Tutta la valle è sotto di me e la rocca, dall’alto chiude la cornice.
A gran voce, certa che nessun uomo mi possa sentire, inizio ad ululare. Mi zittisco.
Qualche minuto. Ormai è certo: come era da immaginarsi non ho avuto risposta. Ancora un istante... Come da un’altra dimensione, un intero branco inizia ad ululare, a pochi passi, davanti a me. Uno sprazzo di lucidità e penso che ho con me la macchina fotografica: posso registrare almeno la voce. Inizio a filmare. Sì, la voce, da così vicino, è sicuramente ben riprodotta. Inebriata, quasi incantata per la fortuna inaspettata, scorgo tra i rami degli alberi, tra le foglie rade e gialle, una frenesia di lupi che girano intorno e che, non so come, iniziano a ringhiare. La camera cade giù. Sono paralizzata da un insieme di gioia e terrore indicibili. Un esemplare, di un colore inaspettato, curioso, a testa e coda bassa, come cercando di capire come sia possibile che lì qualcun abbia osato addentrarsi, mi arriva a pochi metri. Non ho voce per parlare. I movimenti sono bloccati, non perché lo voglia, ma per l’assoluta incredulità per ciò che sta accadendo. Un momento di panico e, mentre un secondo esemplare esce dal folto del bosco, muovo le braccia, con la voce serrata nella gola. Il primo mi vede, alza la testa, si blocca. Un attimo dopo corre indietro, seguito dal compagno, uscito con lui dal fitto della macchia. Ancora il ringhio convinto del branco, a minaccia di chi ha osato, nel pieno del giorno, invadere il territorio. Aspetto che passi il tempo. I secondi non si contano più e diventano un tempo indefinito. Il ringhio continuo, non tende a diminuire. Un barlume di coscienza. Cerco un albero per sentirmi, là sopra, più sicura ma… sono sul culmine più sporgente e spoglio di tutta la valle. Gli alberi sono solo un riparo intorno al branco. Cerco di andarmene ma tra me e la strada sono i lupi che continuano a tenere il terreno.
Bene, devo cedere io.
Provo a ragionare: l’unico modo per farmi accettare è far capire che non sono pericolosa e così, a risposta di un ululato, inizio a cantare! Sottovoce, tremante, ma con tutta l’armonia e la delicatezza possibile. Tutto si sfuma.
Quando il sogno finisce, rimane nell’aria solo la mia voce sottile, sparsa tra il fremere delle foglie d’autunno e il vento che la passa.


Viviana Viviani
Naturalista, collaboratrice a progetti di ricerca, monitoraggio e conservazione del lupo.